Eccellenza, Lei ha iniziato l’incarico di Ambasciatrice d’Italia a Chisinau nel 2017. In questo periodo il nostro paese è stato teatro di diversi eventi abbastanza rilevanti, per cui la Sua agenda è stata molto piena. Come potrebbe caratterizzare il periodo del Suo soggiorno a Chisinau nel contesto delle relazioni bilaterali italo-moldave? Si è trattato decisamente di un periodo molto intenso, con numerosi cambiamenti dal punto di vista politico e, da ultimo, un’emergenza sanitaria che ha purtroppo fortemente condizionato nuove iniziative e attività. Ritengo comunque che si sia trattato di una fase di intensa cooperazione bilaterale in molti ambiti, a cominciare dai settori economico, commerciale, culturale. Abbiamo realizzato numerose iniziative ed eventi che hanno contribuito a far conoscere e apprezzare ancora di più il nostro Paese, come anche la sua lingua, la sua cultura, il suo design e la sua cucina.
Agli eventi organizzati dall’Ambasciata d’Italia vi partecipano molti italiani che lavorano qui, a testimonianza di una comunità italiana molto attiva in Moldova. Come si trovano gli italiani in Moldova, quali sono i problemi cui vanno incontro?In effetti, gli iscritti all’anagrafe consolare sono oltre 550 e tanti sono coloro che risiedono in Italia ma viaggiano spesso tra i due Paesi per motivi di lavoro o familiari. Ci siamo resi conto ancora di più di quanti fossero durante questo periodo di pandemia. In generale, la comunità italiana in Moldova è ben integrata anche perché numerosi sono i matrimoni misti. Oltre a un discreto numero di imprenditori, numerosi sono anche coloro che decidono di trasferirsi in Moldova al momento della pensione, in considerazione del minore costo della vita rispetto all’Italia. Tra i problemi lamentati soprattutto da coloro che svolgono attività imprenditoriali vi sono le perduranti criticità nel settore della giustizia, che hanno creato e creano talvolta difficoltà a chi ha investito o vuole investire in questo Paese. La riforma della giustizia è del resto uno dei punti su cui maggiormente ha insistito negli ultimi anni l’Unione Europea, anche nell’ambito dell’attuazione dell’Accordo di Associazione del 2014. Un problema recente con cui anche gli Italiani qui residenti si sono confrontati e purtroppo ancora si confrontano a causa della pandemia sono le difficoltà di spostamento tra l’Italia e la Moldova, considerate le restrizioni all’ingresso nei due Paesi e la riduzione – per un certo periodo assenza – di collegamenti aerei. Italia e Moldova sono sempre state particolarmente vicine grazie all’elevato numero di voli che permettevano di raggiungere la Moldova da numerose località italiane. Speriamo che la situazione sanitaria consenta presto un ritorno ai “vecchi tempi”!
Quali sono i cambiamenti che Lei ha notato nel nostro paese durante il periodo di attività? Tra i cambiamenti positivi che ho notato vi è, innanzitutto, una maggiore volontà di riscoperta e valorizzazione del proprio Paese e delle proprie tradizioni da parte di molti cittadini moldavi. Grazie anche agli sforzi profusi a livello istituzionale per lo sviluppo del turismo e la promozione della Moldova a livello internazionale, ho osservato un crescente orgoglio e desiderio di molti di conoscere meglio le attrazioni che il proprio Paese può offrire. Le restrizioni degli ultimi mesi hanno certamente rappresentato un ostacolo ai viaggi, ma anche un’opportunità per molti di riscoprire angoli sconosciuti della Repubblica di Moldova. Un’altra evoluzione che ho notato in questi anni ha riguardato la maggiore sensibilità per i temi ambientali. Il successo del mercato settimanale degli agricoltori biologici locali o il maggiore impegno nella raccolta differenziata dei rifiuti rappresentano ad esempio piccoli passi ma importanti.
L’Ambasciata d’Italia a Chisinau ha organizzato e sostenuto molti eventi culturali, di promozione della cucina italiana apprezzatissima nel nostro Paese. Qual è lo spazio che occupa la dimensione culturale nell’agenda bilaterale? La dimensione culturale occupa uno spazio molto importante nelle attività della nostra Ambasciata. Di recente abbiamo celebrato la Settimana della Lingua Italiana e nonostante le grandi difficoltà legate alla pandemia siamo riusciti, grazie a vari partner italiani, a donare altri 800 libri in lingua italiana alla Biblioteca Nazionale Moldava, oltre che un busto in marmo bianco di Michelangelo Buonarroti. È stato davvero un momento di grande emozione svelare il busto assieme alla Direttrice della Biblioteca! La dimensione culturale fa parte in realtà di una strategia integrata più ampia volta a rispondere alla “domanda di Italia” e a rafforzare il nostro posizionamento nel contesto globale attraverso iniziative coordinate di promozione culturale, economica e scientifica.
Durante la prima ondata della pandemia, a quanto parte c’erano più messaggi comuni di solidarietà e di gestione comune dell’emergenza sanitaria da parte dei paesi dell’UE. Con l’inizio della seconda ondata, si crea l’impressione che ogni paese stia cercando di cavarsela da solo. Qual è il messaggio delle autorità italiane al riguardo? La seconda ondata ha purtroppo colpito duramente anche Paesi che erano stati toccati in misura minore dalla prima. Ritengo quindi che vi sia in generale una maggiore comprensione a livello europeo delle conseguenze sanitarie, economiche e sociali della pandemia. Questo è peraltro un momento molto importante per la solidarietà europea. Proprio in questi giorni si stanno prendendo decisioni importanti sul futuro finanziamento del bilancio europeo a cui è strettamente associato lo strumento fondamentale del Recovery Fund, che dovrebbe finanziare la strategia di ripresa per i Paesi dell’Unione Europea con ben 750 miliardi di Euro. In ogni caso, il messaggio che da parte italiana si è sempre trasmesso rimane lo stesso. In questo momento drammatico, è importante che l’Europa si mostri unita, forte e solidale, capace di metter in campo misure coraggiose per affrontare una crisi che non riguarda soltanto alcuni Paesi ma che coinvolge tutti. Dobbiamo tutti avere bene in mente che nessuno può farcela da solo, questa sfida si vince e si perde insieme. È quindi il momento, forse come non mai, di ragionare come una squadra.
Signora Ambasciatrice, da qualche anno l’Ambasciata organizza la Settimana della Cucina Italiana nella Repubblica di Moldova. Quest’anno è stato un po’ diverso. Avete offerto un pranzo caldo al personale medico e sanitario dell’Istituto di Medicina di Urgenza di Chisinau. Perché avete scelto di organizzare l’evento in questo formato? Quest’anno la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo ha avuto un formato speciale, prevalentemente online, alla luce dell’emergenza sanitaria. Come abbiamo fatto negli anni scorsi, abbiamo voluto però organizzare un evento di carattere sociale. L’anno scorso ad esempio avevamo preparato pasta fresca con i bambini di alcuni centri di accoglienza di Chisinau. Quest’anno abbiamo voluto rendere omaggio a coloro che lottano in prima linea contro il Covid-19. Grazie all’impegno della Camera di Commercio Italo-Moldava sono stati coinvolti vari ristoranti e società italiani in Moldova che hanno offerto pizza, pasta e altri prodotti tipici italiani al personale medico e sanitario del Reparto di Terapia Intensiva e Rianimazione dell’Istituto di Medicina Urgente di Chisinau. Sono stata molto lieta di avere così l’occasione di ringraziare di persona coloro che lottano e mettono la propria vita a rischio quotidianamente per salvare quella dei malati di Covid-19.